Castelvecchio Pascoli

Castelvecchio Pascoli fu il luogo eletto dal poeta Giovanni Pascoli in cerca di riposo e di ispirazione. Nella Villa nella quale il poeta visse dal 1902 alla sua morte avvenuta il 6 aprile 1912, oggi trasformata in Casa Museo Giovanni Pascoli, sono mantenuti fedelmente la struttura, gli arredi e la disposizione degli spazi sia per la casa che per l’orto e la cappella. Sono conservati i libri del Pascoli e la biblioteca con 12.000 volumi, l’archivio, i manoscritti, l’epistolario e i documenti autografi. Oltre alla casa museo di Pascoli nel borgo si trova la Chiesa di San Niccolò costruita nel 1600, a una sola navata. Davanti alla chiesa si trova il monumento-tomba al Poeta, opera di Plinio Nomellini, regalato da Maria al paese di Castelvecchio, che nel 1923 lo dedicò ai caduti della prima guerra mondiale.

 

Sommocolonia

Il Borgo si sviluppa attorno alla parte più elevata del colle su cui si trova la torre, secondo un andamento concentrico; la Chiesa di S. Frediano si inserisce in questo tessuto edilizio, un tempo assai fitto, ora diradato a seguito delle distruzioni dei terremoti e dei bombardamenti della II guerra mondiale.
La cinta muraria, originariamente formata da due differenti cortine, risulta ora limitata alla porzione più elevata sotto lo spiazzo su cui sorge la torre. Il Castello di Sommocolonia per la sua difficile accessibilità e l’eccezionale posizione come punto di osservazione sulla valle del Serchio costituì un punto strategico del sistema difensivo di Barga; inoltre rappresentava il punto di controllo della viabilità storica in corrispondenza di un attraversamento del crinale appenninico.

Tiglio

Tiglio Basso è un paesino a cavaliere del valico che conduce a Coreglia Antelminelli. Da Tiglio Basso si raggiunge Tiglio Alto, in posizione meravigliosa con un panorama sulla Media Valle del Serchio e la catena delle Apuane. La Chiesa di S. Giusto, con pianta a forma di croce, è preceduta da un avancorpo su cui si aprono tre archi dai laterali ribassati. La torre campanaria, collocata a lato dell´edificio, è tradizionalmente considerata come un riadattamento, ad uso sacro, di quella che in precedenza era stata la torre del castello locale. All´interno si conserva una Annunciazione marmorea, probabilmente di bottega pisana del primo Trecento. Anche se il nome dell´autore del gruppo rimane sconosciuto, sembra assai certa la formazione di questo maestro all´interno di una bottega pisana. Risulta evidente infatti che quest´artista conosceva a fondo le opere degli scultori trecenteschi di Pisa, con particolare riferimento al linguaggio figurativo di Nino Pisano. Il gruppo rappresenta l´Annunciazione, nel momento in cui la Vergine, dopo aver ascoltato le parole di Gabriele, si raccoglie a meditare sul gravoso compito che è chiamata ad assolvere. L´angelo, con la mano destra alzata ad indicare Maria e con la bocca semiaperta nell´atto di proferire le ultime parole del suo saluto, incede nello spazio, avanzando con la gamba destra. La sua veste, raccolta sul fianco sinistro con la mano, presenta un susseguirsi di pieghe falcate dal linearismo tipicamente gotico; un linearismo che si ripete elegante anche nel manto della vergine. Quest´ultima, coi lunghi capelli lisci, sembra accennare un sorriso, mentre si porta la mano destra al petto.

Barga

Costituisce il centro più popoloso della Media Valle del Serchio sorge in posizione collinare (410 m.s.l.m.) è stata riconosciuta “Uno dei borghi più belli d’Italia”, “Bandiera arancione Touring Club” e “Cittaslow”.
Il patrimonio artistico, la vitalità culturale e commerciale, la posizione, le sue particolari vicende storiche fanno di Barga uno dei centri della valle del Serchio di maggiore interesse. La visita richiede pertanto tempo perché ogni via ed ogni angolo del centro storico necessita attenzione.
Reperti archeologici documentano che il territorio è stato abitato fin dalla preistoria; in età storica vi risiedevano i Liguri, assoggettati poi dai Romani nel II secolo a.C. durante la loro espansione verso nord. Di Barga sappiamo che nel secolo nono era feudo della famiglia longobarda dei Rolandinghi e successivamente, attraverso i marchesi di Toscana, fu soggetta all’Impero, conservando però ampia indipendenza. Nel periodo comunale il territorio subì continui assedi da parte dei lucchesi e dei Pisani, finché nel 1341 Barga preferì sottomettersi a Firenze. Questo rappresenta il periodo di maggiore splendore: i Medici ebbero grande interesse per questa zona da cui traevano importanti materie prime e concessero privilegi ed esenzioni fiscali che consentirono lo sviluppo di fiorenti attività e commerci.

Il Borgo medioevale conserva l’aspetto e le caratteristiche tipicamente fiorentine ed è caratterizzato da un dedalo di vicoli delimitati dagli antichi palazzi rinascimentali che sono la prova della ricchezza commerciale ed industriale di cui godeva:
Palazzo dei Conti Pancrazi: di stile rinascimentale, oggi sede comunale, è ornato di pietra serena lavorata a punta di diamante. Nell’adiacente piazza Salvo Salvi si innalza la colonna medicea eretta dai barghigiani in onore di Cosimo I nel 1548; sul lato sinistro della piazza si trova la Loggia dei Mercanti adibita, un tempo, a mercato settimanale, istituito nel 1547.
Palazzo del Vescovo Balduini: prospiciente piazza Garibaldi, fu fatto costruire alla fine del XVI secolo da Antonio padre di Balduino Balduini di Barga, Vescovo di Aversa, Archiatra del Pontefice Giulio III. L’edificio, per l’uso del bugnato e di alcuni elementi architettonici, ricorda l’architettura di alcuni palazzi presenti a Lucca e a Firenze ed è attribuito all’architetto Bartolomeo Ammannati. Sulla porta centrale della facciata si trova, in alto, lo stemma dei Medici, arricchito della corona granducale: sullo spigolo sinistro della facciata si trova lo stemma della famiglia Balduini unito a quello della casata di Giulio III. All’interno ha un cortile d’onore di stile rinascimentale.
Palazzo dei Marchesi Angeli: si trova nell’omonima piazza, anticamente detta Piazza dell’Aiaccia, dedicata all’umanista Pietro Angeli (1517-1596). II busto marmoreo dell’illustre personaggio è posto sulla facciata del Palazzo stesso. L’edificio, benché abbia subito diversi rifacimenti, conserva le caratteristiche dei palazzi cinquecenteschi.
Palazzo Tallinucci: caratterizzato da volte rivestite in pietra
Palazzo Bertacchi – Cordati: iI Palazzo dei nobili Bertacchi, oggi di proprietà Cordati, edificato sulle rovine di un’antica torre, conserva all’interno strutture ed elementi originali di notevole interesse. Oggi è sede della mostra permanente delle opere del pittore Bruno Cordati.
Questi palazzi ed altri fiancheggiano la via che da Porta Reale giunge, attraversando tutto il castello, fino a Porta Macchiaia, dove a metà strada si trova il Teatro dei Differenti, costruito alla fine del Seicento e ricostruito ampliato nel 1793 con tre ordini di palchi.
Nella parte alta della città sorge il Duomo dal cui arringo si può godere uno dei panorami più suggestivi sulle Apuane e sul Monte Forato. La Collegiata dei Ss. Cristoforo e Jacopo, nota con la impropria denominazione di Duomo, è ricordata per la prima volta nel 988 e poi di nuovo nel 1048, sempre come chiesa afferente alla vicina pieve di Loppia. Nel 1256 ricevette la dignità del fonte battesimale, finché nel 1390 venne sancito dal vescovo di Lucca anche il passaggio ufficiale della qualifica. La chiesa appare oggi come un edificio dalle forme non usuali, soprattutto per la facciata a coronamento orizzontale, su cui si apre un maestoso portale del XII secolo. L’interno a tre navate su schema basilicale denuncia i successivi ampliamenti resi necessari dalle accresciute necessità della comunità. Della chiesa originaria rimangono le bellissime acquasantiere (sec. XII o XIII) ed il frammento di un affresco che orna la prima colonna a destra e raffigura S. Lucia. Ancora a destra si nota il fonte battesimale, una vasca esagonale arricchita dalla statua di S. Giovanni Battista (sec. XIV o XV). L’ambone, ritenuto opera di Guido Bigarelli da Como, è un pregevole esempio dell’arte dei maestri comacini; il sistema di decorazione utilizza sia l’intarsio che il bassorilievo. Le facciate del pulpito rappresentano scene sia del Vecchio che del Nuovo Testamento. Dietro l’altare maggiore campeggia, con l’imponenza della sua altezza (m. 3,50), la statua di legno policromo appartenente al periodo altomedioevale, di San Cristoforo. La cappella di destra è interamente occupata dalle “terre tobbiane”: Madonna con Bambino fra San Sebastiano e San Rocco (attribuita alla Bottega del Buglione), Ciborio (attribuito ad Andrea Della Robbia) e Adorazione del Bambino.
Sull’arringo al limite del grande prato il Palazzo Pretorio, attualmente sede del Museo Civico del Territorio.
Sempre nella parte alta di Barga si trova il Conservatorio di S. Elisabetta, antico monastero delle Clarisse fondato nel XV sec. Nell’interno della piccola chiesa Pala d’altare ad altorilievo, in terracotta parzialmente invetriata, dell’Assunzione o Madonna della Cintola attribuita a Benedetto Buglioni (1500 circa) e un grande Crocifisso del quattrocento.
Dal piazzale del Duomo, per un’ampia scalinata, si scende alla Chiesa del SS. Crocifisso che si presenta con una facciata di gusto tardo cinquecentesco tripartita dall’ornato di quattro lesene in arenaria e coronata da timpano. La decorazione in pietra serena, simile nelle finestre e nella porta principale, ricava due nicchie accoglienti a destra la statua marmorea di S. Giovanni e a sinistra quella di S. Caterina. L’interno a tre navate è arricchito da stucchi ed elementi decorativi culminanti nella fastosa realizzazione dell’altare maggiore e in un bellissimo coro ligneo.
Sempre nel centro storico si può visitare la chiesa barocca a croce latina, con vasta navata, dedicata alla SS. Annunziata. La facciata ha due ordini sovrapposti di cui il superiore è coronato da timpano e decorato in elevazione da due vasi in pietra. L’altare di destra mostra una tela “Madonna con Bambino e Santi” di Baccio Ciarpi.
Fuori dal perimetro delle mura si trova la Chiesa di S. Francesco legata all’omonimo convento del XV sec. E’ un semplice edificio quattrocentesco a pianta rettangolare con volte a crociera, preceduto da un piccolo chiostro. La chiesa è caratterizzata dalla presenza di tre pale e da due statue invetriate di produzione robbiana: Pala dell’Assunzione (attribuita a Giovanni Della Robbia), Pala delle stigmate di S. Francesco (attribuita a Girolamo Della Robbia), Pala della Natività (attribuita a Luca Della Robbia), statue di S. Antonio Abate e S. Andrea Apostolo.
Da Barga è possibile raggiungere Renaio e altre piccole frazioni e località dell’Appennino e da qui organizzare escursioni di notevole interesse naturalistica e paesaggistica (Monte Giovo. Lago Santo Modenese, ecc.).

Loppia

La testimonianza più antica della Pieve di Santa Maria di Loppia risale ad un documento dell’845 conservato nell’Archivio Arcivescovile di Lucca. Il territorio sottoposto alla pieve era molto ampio tanto che nel 1260 comprendeva quasi 30 chiese. La fase costruttiva più antica è individuabile nel campanile, di cui si conserva solo l’angolo nord-est, al quale si appoggia la chiesa. La Pieve fu interamente ricostruita nel XII secolo con pianta a croce latina a tre navate con transetto e abside semicircolare e conserva questa struttura nonostante la pesante ristrutturazione effettuata nel Cinquecento e Seicento che vide la ricostruzione quasi integrale del campanile e dell’abside, il rialzo delle navate e dei transetti e l’apertura di grandi finestre in luogo delle monofore. Restauri recenti, riconoscibili in tutto l’edificio, hanno comportato il ripristino delle monofore medievali, la chiusura delle finestre costruite in età moderna. La facciata è scandita nella parte bassa da una serie di arcate cieche presenti anche nella testata absidale: soluzione, questa, che denota elementi di correlazione con modelli urbani autorevoli. All´interno si segnala la presenza di un altare dorato e scolpito risalente al XVII secolo e alcuni dipinti di Baccio Ciarpi, pittore attivo principalmente a Roma ma ben presente nel barghigiano, ove era pievano il fratello.