Solo alcuni elementi ricordano l’origine romanica della Chiesa di San Gemignano. L’interno conserva l’arredo seicentesco con altari in legno intagliato. La statua lignea di S. Antonio (XIV sec.) è ascrivibile ad Antonio Pardini. Caratteristico al centro del paese il grande forno un tempo utilizzato dalla collettività per la panificazione.
Pieve di Controne
La Pieve di San Giovanni Battista è in origine l’antica basilica plebanale ricordata fin dall’anno 884. Nel XIV secolo fu sottoposta ad una trasformazione, che comportò anche l’inversione dell’orientamento, causato da uno smottamento del terreno che aveva ostruito l’accesso alla facciata. Per questa ragione l’abside medievale fu abbattuta e riutilizzata come facciata, mentre una nuova abside venne appoggiata alla facciata originale di cui oggi resta la parte superiore ad archeggiature cieche sovrapposte ornate da una decorazione a losanghe che fanno supporre una datazione collocabile attorno all’XI secolo. Una nuova campagna di interventi, che toccarono soprattutto i soffitti, fu diretta nell’Ottocento da Giuseppe Pardini, responsabile anche della sistemazione dell’area presbiteriale, che fu poi decorata agli inizi del Novecento da Michele Marcucci. La chiesa conserva però anche tracce non irrilevanti dell’arredo più antico. Ancora visibili sono infatti gli altari seicenteschi in legno intagliato; presso l’altare maggiore è una versione seicentesca del Volto Santo.
San Cassiano di Controne
Protetto dalle balze impervie del Prato Fiorito, formato da otto nuclei distinti S. Cassiano è il più popoloso centro della Controneria. Nell’VIII secolo vi avevano possessi diretti i vescovi di Lucca, ma sul finire del X secolo vi si installarono i Fraolmi, della consorteria dei nobili di Corvaia e Vallecchia. Nel 1197 il Comune aderì alla lega di San Genesio con Firenze, San Miniato Prato e Volterra allo scopo di liberare le terre del contado dai vincoli feudali e la Controneria fece giuramento di fedeltà al Comune nel 1214. Nella seconda metà del secolo XIV entrò a far parte del feudo di Francesco Castracani e aggregata alla Contea di Coreglia ma poi ritornò a far parte della Vicaria Val di Lima. La Chiesa di S. Cassiano, benché non risulti mai elevata alla dignità di pieve (compare infatti nell’VIII secolo come dipendente dalla Pieve di S. Giulia e poi dalla vicina pieve di S. Giovanni di Controne), presenta lo schema basilicale a tre navate divise da colonne e pilastri, riservato generalmente alle chiese matrici. Attraverso le relazioni stese in occasione delle visite pastorali, sappiamo che l’antica chiesa ebbe gravi problemi di stabilità tra la fine del XV e la metà del XVI secolo, in particolare alle fondamenta, alla navata destra e sulla facciata in cui si era aperta una profonda frattura. Nell’edificio si scorgono in effetti le tracce dei conseguenti restauri, come pure i risultati dei pesanti rifacimenti sette-ottocenteschi (che hanno portato tra l’altro alla demolizione dell’abside semicircolare sostituita da una scarsella quadrangolare), in parte poi eliminati con un restauro della fine dell’Ottocento. La facciata, con paramento a fasce bicrome e arcate sovrapposte, è di discussa cronologia; certo è che conserva, nella parte alta, un bacino ceramico della fine dell’XI secolo. Su tutto il paramento esterno, che si appoggia alla preesistente torre campanaria, assegnabile grazie ad un’iscrizione al secolo X, e in particolare sulla facciata e nei capitelli interni, compaiono numerose sculture arcaicizzanti, che contrastano con i moduli pisaneggianti delle arcate. Di notevole interesse è la precoce presenza sul campanile di arcate cieche e losanghe ricassate, generalmente ritenute frutto dell’inventivo e colto Buscheto, l’architetto della Cattedrale di Pisa. La chiesa, al cui interno si è mantenuto l’originario pavimento a tarsia marmorea, raccoglie oltre a preziose oreficerie un importante patrimonio di sculture lignee tra cui si segnalano un Sant’Antonio Abate della fine del Trecento, una statua raffigurante Sant’Ansano e un Crocifisso degli inizi del XV secolo, entrambi riconosciuti a Francesco di Valdambrino.
Una Annunciazione della prima metà del XIV secolo del Maestro dell’Annunciazione di S. Cassiano ed il gruppo in parte mutilo di San Martino a cavallo di Jacopo della Quercia, forse proveniente dalla cattedrale di S. Martino, si trovano attualmente in canonica.
Montefegatesi
Sorge su uno sperone roccioso affacciato sulla valle del Fegana con panorama che spazia sulla catena appenninica dal Monte Rondinaio alle Tre Potenze. Le vicende politiche del territorio – possesso nel X e XI secolo dei Nobili di Corvara e di Corsena, poi donato a Lucca nel 1245 da Federico II e quindi coinvolto nella guerra con Pisa e Firenze – si riflettevano sulla facciata della chiesa, dove si conservano due rilievi: uno con lo stemma di Pisa affiancato all’aquila imperiale, l’altro con lo stemma dell’abitato, una torre sopra tre monti. La Chiesa di S. Frediano, risalente al periodo romanico, fu più volte ristrutturato fino al 1771 quando assunse la struttura a croce latina che conserva tuttora e fu aggiunta la facciata attuale. Sparse nel paramento della nuova chiesa restano alcune lastre e mensole con bassorilievi. In canonica si conservano due tavole della fine del Quattrocento parte di un polittico smembrato, l’una con la Madonna col Bambino, l’altra con i santi Vito e Biagio, attribuibili a Vincenzo Frediani o al “Pittore di Paolo Buonvisi”. Da segnalare anche una statua lignea del XIV secolo raffigurante la Madonna in trono col Bambino che conserva tracce della policromia originale. Alla sommità del paese il monumento a Dante (1908) dal quale si può vedere uno stupendo panorama. Da Montefegatesi attraverso due strade, in parte sterrate, è possibile raggiungere la Riserva Naturale dell’Orrido di Botri e il Prato Fiorito.
Pieve di Monte di Villa
Conserva gran parte degli antichi edifici. La Pieve di S. Giovanni Battista fu ricostruita nel 1446 e di nuovo nel 1760 e nel 1776 fu interessata da lavori di riammodernamento. Della primitiva costruzione del secolo XII resta solo l’abside. È ad unica navata ma a croce latina. Il campanile, ricostruito nella parte superiore nel 1892, conserva in basso l’antica costruzione. Nell’interno colpiscono i lampadari a goccia del transetto (XVII sec.) provenienti dalla casa dei nobili lucchesi Boccella.
Monte di Villa
La Chiesa di S. Maria e S. Donato del 1593 è stata ampliata nel Settecento. Nell’interno altari settecenteschi e una tela della Madonna del Rosario di pittore anonimo affine a Gaspare Mannucci.
Granaiola
Il paese si affaccia con splendido panorama su la valle del Lima. La Chiesa di S.Michele Arcangelo conserva ancora oggi alcune tracce del suo aspetto medioevale, sopra la porta d’ingresso del campanile all’interno di una lunetta, si intravede sempre un bassorilievo raffigurante un uomo con la spada e alcuni animali. La tavola di Luca Tommè, raffigurante la Madonna con Bambino (metà del XIV sec.), oggi al Museo Nazionale di Villa Guinigi a Lucca, rappresenta la testimonianza pittorica più antica della zona.